Siamo pagine scritte, un accumulo di carte, messe lì. A un certo punto è arrivato il quaderno rosso - un grande quaderno abbandonato da anni, che aspettava solo di essere usato - ci ha riunite al caldo della sua copertina di lucido cartone. Prima ci hanno scritte a mano, poi con una tastiera su un foglio virtuale. Siamo scaturite dalla fantasia e dalle emozioni di una ragazzetta testona e livornese. Con lei abbiamo percorso una strada di montagna tutta salite ripide, ciottoli e curve . Abbiamo avuto momenti di grazia in splendide vallate fiorite. E orizzonti infiniti tuffati nel mare. Un'avventura. Quattro anni di metamorfosi. La penna all'inizio scivolava un po' a casaccio su carta patinata e odorosa. Cancellava con sgorbi nervosi un periodo, una frase o una parola. Il quadernone ci ha accolto, fino a ingrossare con l'aggiunta di fogli volanti. Proprio come un corpo umano che cresce si sviluppa e subisce dei cambiamenti continui. Tutto è partito da un un dialogo con la Signora Carluccia alla quale la ragazzetta aveva raccontato qualche episodio, qualche spunto. Carluccia ha quella rara dote che è l'ascolto. Il romanzo nasce da quell'ascolto profondo, dalle sue idee e valutazioni. Soprattutto dal suo incoraggiamento Noi pagine, parole e punteggiatura saremo sempre grate a Carluccia, ci ha liberate dalla prigione di una penna Bic e ha dato il la a questa avventura.
Durante questi anni abbiamo osservato la ragazzetta testona, leggere frenetica, prendere appunti, disegnare, scarabocchiare. Poi quando trafelata ha battuto tutto sul pc, per noi è stato un profondo dolore, ma per fortuna non ci ha mai messe nel cassonetto, anzi ogni tanto ci ha sfogliate per riciclare capitoli già in archivio. Sono state cambiate tante parole, perché le parole sono importanti, alcune volte precise, altre elastiche. Hanno significati simili, sinonimi. Si deve trovare quella giusta che dipinga l'emozione da trasmettere. Una frase dipende non solo da quello che la compone, ma da come viene costruita. L'effetto cambia spostando l'ordine delle parole.
A chi legge sfuggono molte cose, trova tutto già cucito come un vestito di haute couture. Ed è proprio un lavoro sartoriale: prima si appunta con le spille il cartamodello, si fa l'impuntura e poi si smacchina con la Singer.
Può diventare un lavoro infinito. Una storia può cambiare in continuazione e trasformarsi in un'altra, come le matrioske: ce n'è sempre una dentro.
Cari lettori, leggete i romanzi con questa riflessione bene in mente. Il libro è una costruzione elaborata, nessun scrittore - anche dei più famosi - ha mai potuto saltare la fase di mettere insieme una struttura, di assemblare per filo e per segno i personaggi.
Il libro non è come il panino del fast food, da mangiare in un boccone. Da consumare in fretta. C'è del mestiere dietro. Ore passate su un periodo che non vuole tornare per il verso giusto. O sulla posizione di una virgola.
La ragazzetta testona ha quasi finito di scrivere e presto si metterà all'opera per pubblicare. E siccome è parecchio testarda e determinata ne scriverà un altro che già sta nascendo negli appunti, nei personaggi, nei dialoghi. Un abito nuovo che presto verrà indossato. (1 - continua)
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