Ajò. Bonas die a tutta la compagnia. Sono il nonno di Nina, il padre di Luca. In questo romanzo tutto parte da me e finisce da me.
Nasco a S'Agattai paesino sperduto sulle alture che contornano il Campidano, i miei familiari mi chiamavano Tziu Zuse. Che bella la mia terra! E come mi manca. Ma ho dovuto lasciarla. Non c'era spazio per uno come me che fin da piccolo sapeva solo imporsi. Ho sempre avuto un caratteraccio volitivo e arrogante per nascondere le mie fragilità. Mio padre Antonio si aspettava che seguissi le sue orme come fabbro, ma ho avuto solo un grande amore: andare a servire lo Stato. Ed è per questo che ho dovuto lasciare l'Isola e trasferirmi in Continente.
Prima Grosseto, poi Livorno. La terra di Toscana per noi sardi è sempre stata una seconda Patria. Così vi ho messo radici. Ho trovato moglie e sono nati due bei ragazzi: Luca e Sandra.
Ma l'Isola è sempre rimasta nel mio cuore, ci ho lasciato la mia famiglia, i miei genitori Antonio e Maria, Mario mio fratello, Rina la mia sorellastra e infine Teresa Maria che fin da piccola lavorava nella nostra casa.
Una vita dura e severa, ma quando nacque la Giovannina, tutto mi sembrò diverso. Nina era una bellissima bimba: capelli neri e occhi chiari. Una peperina, ma se non fosse stata così, non ce l'avrebbe fatta a vivere la vita che l'ha subito messa alla prova. Scellerato mio figlio a scegliere una moglie così leggera e insignificante che tutto aveva intenzione di fare meno che creare una famiglia solida, con lui. Ma si sa Luca non è mai stato un figlio con la colonna vertebrale forte. Ha preferito stare zitto e farsi prendere in giro.
Nina ha reso la mia vita differente, avevo uno scopo in più. Poi me l'hanno portata lontano e non c'è stato più verso di incontrarsi.
Una frase che amo? La vittoria appartiene ai più perseveranti!
Adiosu, a si biri cun saludi!
Personaggio davvero interessante e ricco di storia. Stupenda la foto d'epoca.
RispondiElimina