martedì 5 settembre 2023

Perché scrivo? di Eleonora Satta




 
Perché, perché, perché.
Si dovrebbe rispondere: "Scrivo per essere letta". Purtroppo non è più così, gli ex lettori preferiscono godersi una serie televisiva sul divano. Si possono appisolare senza il senso di colpa di essere riusciti a leggere solo due paragrafi del romanzo di punta.
Appunto il romanzo è di punta.
Stupido gioco di parole per dire che chi come me, si autopubblica per riuscire ad essere indipendente dalle regole delle moderne case editrici, viene relegato in un angolino dietro la lavagna con le orecchie d'asino sul capo.
Se il romanzo è pubblicato con la CE, così si abbrevia in gergo da scrittori - sarebbe Casa Editrice, da distinguere con CEAP, che sarebbe Casa Editrice a Pago - hai molti vantaggi. Forse.
A me non sono piaciuti rispetto alla libertà di rimanere sconosciuta.
Per non parlare di chi in modo subdolo fa pagare per pubblicare. Inoltre devi comprare un certo numero di copie, e ti devi pagare la copertina, le correzioni, l'editing e devi fare presentazioni aggiro per l'Italia a spese tue, ecc.

E' tutto molto cambiato da quando scrivevano i grandi, anche se molti venivano scoperti post mortem. Buon per gli eredi!

Ho scritto Frammenti, perché fino da bambina ho sempre amato leggere e scrivere, poi da lì ad essere una brava scrittrice ce ne vuole. E prima di arrivare a Frammenti sono passata al setaccio delle mie idee, dei commenti degli amici, dei suggerimenti dell'Editor. Altro che Frammenti, piuttosto Sbriciolamenti. Non sono in ogni caso una brava scrittrice e vorrei che quei pochi che avranno l'ardire di leggerlo in questa versione definitiva, mi dicessero in sincerità cosa ne pensano.

Non ho scritto niente di nuovo, è un po' come nella musica, oramai è stato composto e suonato quasi tutto. Così nella scrittura. Ho dei competitor con i quali posso solo abbassare il capo e ringraziare di quello che hanno pubblicato e ci hanno fatto leggere. Tuttavia ho scritto a modo mio, con le mie emozioni, con la parte intima di me stessa, per cui spero che questo venga apprezzato. Ho messo in campo tutta la mia sincerità, anche se la storia è inventata e romanzata.

Quindi sì, ho scritto per essere letta, ma soprattutto per scrivere, per andare in un mondo parallelo che prende spunto dal vissuto e vive in un'altra dimensione. Ho scritto per liberare il cuore, la passione, la verità di me stessa, che mi porto dentro e che nessuno conosce. Scrivere è mettere a nudo la propria emotività.

"Pochi, ma buoni" questi saranno i miei lettori e ne andrò orgogliosa come un'orsa coi suoi cuccioli.

Ogni riferimento ad Amarena uccisa in Abruzzo è dovuto. Lei lascia due cuccioli, per colpa di un tizio fuori di testa.






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